Un altro artista molto affascinato dai disegni infantili è Vasilij Kandinskij, pittore che appartiene all'Astrattismo.
La vita
Vasilij
Kandiskij è un pittore russo che nacque a Mosca il 4 dicembre 1866
ed è grazie a lui che, nel 1910, nasce l'astrattismo. Proviene da
una famiglia agiata borghese e viene avviato agli studi di legge.
Dopo aver conseguito una laurea in Giurisprudenza nel 1892, gli venne
offerta una cattedra all'università che però rifiutò per dedicarsi
alla pittura. Infatti, già quando era studente universitario aveva
avuto modo di conoscere le opere degli impressionisti visitando la
loro esposizione a Mosca nel 1895 rimanendone molto colpito. Inoltre,
in questa fase della sua gioventù, si dedicò anche allo studio del
pianoforte e del violoncello. Il contatto con la musica si rivelerà
in seguito fondamentale per la sua evoluzione artistica come pittore.
La sua carriera lavorativa quindi si sviluppò all'interno del mondo
dell'arte tant'è che, una volta tornato in Russia dopo essersi
stabilito per un periodo a Monaco per intraprendere studi più
approfonditi sul campo dell'arte, prese parte all'organizzazione di
musei, creò l'Istituto per la cultura pittorica nel 1918 e fondò
l'Accademia di Scienze Artistiche nel 1920. Due anni dopo, nel 1922,
diventò professore al Bauhaus di Weimar, libera scuola d'arte e
mestieri in Germania creata nel 1919 da Walter Gropius, dove diresse
il laboratorio di pittura parietale. Nel 1933 il Bauhaus venne chiuso
dal regime nazista. L'anno successivo, per motivi politici,
Kandinskij abbandonò la Germania per la Francia. Qui morirà il 13
dicembre del 1944.
Il pensiero e le opere
Per comprendere il pensiero di questo autore,
vorrei partire da una sua citazione presente nel suo libro “Lo
spirituale nell'arte” (1911) e riportata nel libro “Itinerario
nell'arte”. Qui Kandinskij afferma che “in tutte le arti, specie
in quelle dei suoi tempi, è avvertibile una tendenza
all'antinaturalismo, all'astrazione e all'interiorità”. Egli inoltre aggiunge che “il più ricco insegnamento viene dalla
musica. Salvo poche eccezioni, la musica è già da alcuni secoli
l'arte che non usa i suoi mezzi per imitare i fenomeni naturali, ma
per esprimere la vita psichica dell'artista e creare la vita dei
suoni. Un artista che non abbia come fine ultimo l'imitazione, sia
pure artistica della natura, ma sia un creatore che voglia e debba
esprimere il suo mondo interiore vede con invidia che queste mete
sono state raggiunte naturalmente e facilmente dall'arte oggi più
immateriale, la musica. È comprensibile che si volga ad essa e tenti
di ritrovare le stesse potenzialità nella propria arte. Nasce di qui
l'attuale ricerca di un ritmo pittorico, di una costruzione
matematica astratta; nasce di qui il valore che si dà alla
ripetizione della tonalità cromatica, al dinamismo dei colori ecc.”
Il suo astrattismo dunque consiste nel riportare
nei propri capolavori immagini, forme e figure pure dominate dai
colori che creano nuovi linguaggi paragonabili a quello della musica
perché comunicano direttamente un'esperienza interiore non
razionale. Per Kandinskij infatti la pittura deve sempre più essere
simile alla musica e i colori sempre più similare ai suoni.
Nel primo caso ciò vuol dire che la pittura, come
la musica, deve essere pura espressione di esigenze interiori e non
imitare la natura. Essa dunque deve essere astratta, cioè non
figurativa e dove le forme non abbiano nulla a che fare con tutto ciò
che già si conosce. “Solo in questo modo afferma l'artista si può
dare vita alla spiritualità”.
Nel seconda caso vuol dire che i colori sono
paragonabili ai suoni degli strumenti musicali: come le melodie che
gli strumenti producono suscitano emozioni, allo stesso modo anche i
colori e i loro movimenti fluidi, toccano come dice Kandinskij “le
corde dell'interiorità” suscitando, nello spettatore diversi stati d'animo. Nella sua teoria
del colore Kandinskij infatti afferma che il colore può avere due
effetti sullo spettatore:
effetto
fisico, basato su sensazioni momentanee, determinato dalla
registrazione da parte della retina di un colore piuttosto che di un
altro. L'occhio dunque è affascinato dalla bellezza e dalle qualità
dei colori e l'osservatore, di fronte al colore, può provare un
senso di appagamento e gioia o di tristezza. Sono tutte sensazioni
fisiche, che in quanto tali durano poco. Sensazioni superficiali, che
non fanno molta impressione a chi è insensibile. “Proprio come, se
si tocca il ghiaccio, si prova solo una sensazione fisica di freddo,
che svanisce quando il dito si scalda, così, girato lo sguardo si
dimentica l'effetto fisico del colore. E proprio come la sensazione
fisica del freddo del ghiaccio, quando è profonda, suscita altre
profonde sensazioni e può provocare una intera serie di esperienze
psichiche, così anche l'impressione superficiale del colore può
diventare esperienza”.
effetto psichico attraverso cui il colore
raggiunge l'anima. Emerge allora la forza psichica del colore, che fa
emozionare l'anima. Poiché l'anima è strettamente legata al corpo,
è possibile che una emozione mentale ne susciti per associazione una
corrispondente. “Ad esempio il rosso, essendo il colore della
fiamma, potrebbe provocare un'emozione mentale simile alla fiamma. Il
rosso fiamma ha un effetto eccitante che può perfino provocare
sofferenza, forse perché assomiglia al sangue. In questo caso
risveglia il ricordo di un elemento fisico che indubbiamente fa
soffrire”.
Quindi, dopo aver collegato ciascun colore ad un
suono, ad un oggetto, profumo, emozione ecc..., questo, produrrà un
effetto particolare nell'anima del soggetto.
Kandinskj si occupa dei colori primari (giallo,
azzurro, rosso) e di quelli secondari (arancione, verde, viola) che
sono il frutto della mescolanza tra due primari.“La bellezza
quindi, assieme alla perfetta espressione del mondo interiore
dell'artista, viene raggiunta per il tramite dei colori e della sola
forma colorata senza connessione con alcun oggetto esistente”.
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