martedì 26 agosto 2014

Un altro artista molto affascinato dai disegni infantili è Vasilij Kandinskij, pittore che appartiene all'Astrattismo.

La vita
Vasilij Kandiskij è un pittore russo che nacque a Mosca il 4 dicembre 1866 ed è grazie a lui che, nel 1910, nasce l'astrattismo. Proviene da una famiglia agiata borghese e viene avviato agli studi di legge. Dopo aver conseguito una laurea in Giurisprudenza nel 1892, gli venne offerta una cattedra all'università che però rifiutò per dedicarsi alla pittura. Infatti, già quando era studente universitario aveva avuto modo di conoscere le opere degli impressionisti visitando la loro esposizione a Mosca nel 1895 rimanendone molto colpito. Inoltre, in questa fase della sua gioventù, si dedicò anche allo studio del pianoforte e del violoncello. Il contatto con la musica si rivelerà in seguito fondamentale per la sua evoluzione artistica come pittore. La sua carriera lavorativa quindi si sviluppò all'interno del mondo dell'arte tant'è che, una volta tornato in Russia dopo essersi stabilito per un periodo a Monaco per intraprendere studi più approfonditi sul campo dell'arte, prese parte all'organizzazione di musei, creò l'Istituto per la cultura pittorica nel 1918 e fondò l'Accademia di Scienze Artistiche nel 1920. Due anni dopo, nel 1922, diventò professore al Bauhaus di Weimar, libera scuola d'arte e mestieri in Germania creata nel 1919 da Walter Gropius, dove diresse il laboratorio di pittura parietale. Nel 1933 il Bauhaus venne chiuso dal regime nazista. L'anno successivo, per motivi politici, Kandinskij abbandonò la Germania per la Francia. Qui morirà il 13 dicembre del 1944.
Il pensiero e le opere
Per comprendere il pensiero di questo autore, vorrei partire da una sua citazione presente nel suo libro “Lo spirituale nell'arte” (1911) e riportata nel libro “Itinerario nell'arte”. Qui Kandinskij afferma che “in tutte le arti, specie in quelle dei suoi tempi, è avvertibile una tendenza all'antinaturalismo, all'astrazione e all'interiorità”. Egli inoltre aggiunge che “il più ricco insegnamento viene dalla musica. Salvo poche eccezioni, la musica è già da alcuni secoli l'arte che non usa i suoi mezzi per imitare i fenomeni naturali, ma per esprimere la vita psichica dell'artista e creare la vita dei suoni. Un artista che non abbia come fine ultimo l'imitazione, sia pure artistica della natura, ma sia un creatore che voglia e debba esprimere il suo mondo interiore vede con invidia che queste mete sono state raggiunte naturalmente e facilmente dall'arte oggi più immateriale, la musica. È comprensibile che si volga ad essa e tenti di ritrovare le stesse potenzialità nella propria arte. Nasce di qui l'attuale ricerca di un ritmo pittorico, di una costruzione matematica astratta; nasce di qui il valore che si dà alla ripetizione della tonalità cromatica, al dinamismo dei colori ecc.”
Il suo astrattismo dunque consiste nel riportare nei propri capolavori immagini, forme e figure pure dominate dai colori che creano nuovi linguaggi paragonabili a quello della musica perché comunicano direttamente un'esperienza interiore non razionale. Per Kandinskij infatti la pittura deve sempre più essere simile alla musica e i colori sempre più similare ai suoni.
Nel primo caso ciò vuol dire che la pittura, come la musica, deve essere pura espressione di esigenze interiori e non imitare la natura. Essa dunque deve essere astratta, cioè non figurativa e dove le forme non abbiano nulla a che fare con tutto ciò che già si conosce. “Solo in questo modo afferma l'artista si può dare vita alla spiritualità”.
Nel seconda caso vuol dire che i colori sono paragonabili ai suoni degli strumenti musicali: come le melodie che gli strumenti producono suscitano emozioni, allo stesso modo anche i colori e i loro movimenti fluidi, toccano come dice Kandinskij “le corde dell'interiorità” suscitando, nello spettatore diversi stati d'animo. Nella sua teoria del colore Kandinskij infatti afferma che il colore può avere due effetti sullo spettatore:
effetto fisico, basato su sensazioni momentanee, determinato dalla registrazione da parte della retina di un colore piuttosto che di un altro. L'occhio dunque è affascinato dalla bellezza e dalle qualità dei colori e l'osservatore, di fronte al colore, può provare un senso di appagamento e gioia o di tristezza. Sono tutte sensazioni fisiche, che in quanto tali durano poco. Sensazioni superficiali, che non fanno molta impressione a chi è insensibile. “Proprio come, se si tocca il ghiaccio, si prova solo una sensazione fisica di freddo, che svanisce quando il dito si scalda, così, girato lo sguardo si dimentica l'effetto fisico del colore. E proprio come la sensazione fisica del freddo del ghiaccio, quando è profonda, suscita altre profonde sensazioni e può provocare una intera serie di esperienze psichiche, così anche l'impressione superficiale del colore può diventare esperienza”.
effetto psichico attraverso cui il colore raggiunge l'anima. Emerge allora la forza psichica del colore, che fa emozionare l'anima. Poiché l'anima è strettamente legata al corpo, è possibile che una emozione mentale ne susciti per associazione una corrispondente. “Ad esempio il rosso, essendo il colore della fiamma, potrebbe provocare un'emozione mentale simile alla fiamma. Il rosso fiamma ha un effetto eccitante che può perfino provocare sofferenza, forse perché assomiglia al sangue. In questo caso risveglia il ricordo di un elemento fisico che indubbiamente fa soffrire”.
Quindi, dopo aver collegato ciascun colore ad un suono, ad un oggetto, profumo, emozione ecc..., questo, produrrà un effetto particolare nell'anima del soggetto.
Kandinskj si occupa dei colori primari (giallo, azzurro, rosso) e di quelli secondari (arancione, verde, viola) che sono il frutto della mescolanza tra due primari.“La bellezza quindi, assieme alla perfetta espressione del mondo interiore dell'artista, viene raggiunta per il tramite dei colori e della sola forma colorata senza connessione con alcun oggetto esistente”.

Egli inoltre si interessa molto dei disegni dei bambini tanto da considerare l'arte infantile intrisa di significato spirituale in quanto il bambino, mentre dipinge, ignora la realtà esterna per approdare alla sua interiorità facendo emergere i propri stati d'animo. Quindi vede nell'arte infantile un linguaggio grafico universale e primitivo che permette all'artista di accedere alla sua coscienza spirituale interiore. È grazie all'astrattismo dunque che il linguaggio infantile viene riconosciuto, valorizzato e trova un suo accostamento con l'arte di grandi artisti. Kandinskij infatti nelle sue opere ed in particolare nel “Primo acquerello astratto” che realizza nel 1910, utilizza segni e macchie colorate difficili da individuare come forme note che dispone nel foglio con assoluta libertà senza far riferimento a regole tradizionali che abitualmente gli esperti d'arte utilizzano, rifacendosi così agli scarabocchi infantili.


Nessun commento:

Posta un commento