All'interno di questo paragrafo
descriverò il pensiero e la vita di alcuni pittori famosi
analizzando alcune loro opere per cercare analogie tra pittura
infantile e pittura dei grandi pittori famosi.
Inizierò a spiegare H. Matisse,
esponente delle corrente artistica del Fauvismo.
La vita
Henri Matisse nacque il 31 dicembre
1869 a Le Cateau-Cambrésis in Francia da una famiglia borghese.
Durante la sua giovinezza studiò nella
sua città natale e successivamente a Parigi dove seguì corsi di
giurisprudenza per il volere del padre.
Nel 1888, dopo aver ottenuto il
diploma, ritornò in Francia per lavorare in uno studio legale.
Un anno dopo, nel 1889, Matisse si
interessò alla pittura che inizialmente rappresentava per lui una
sorta di passatempo poiché, in quel periodo, fu costretto a stare a
letto a causa di una malattia che lo colpì. Con il passare degli
anni comprese che la pittura era la sua vocazione e il suo vero
talento, cominciò così a frequentare lezioni di disegno presso una
scuola privata di Parigi, l'Ecole des Beaux-Arts e presso l'atelier
di Gustave Moreau, ilmaggiore dei pittori simbolisti dell'epoca.
In quegli anni conobbe Albert Marquet,
André Derain e Maurice de Vlaminck, dalla loro amicizia nacque il
gruppo dei Fauves. La loro prima comparsa pubblica avvenne nel 1905
al Salon d’Automne.
Nel 1909 si trasferì in una grande
casa ad Issy-les-Molineaux e da lì poté recarsi in Nord Africa,
Spagna, Germania e Russia.
I viaggi, la produttività e la
serenità di Matisse furono interrotti dalla Prima Guerra Mondiale.
Durante quel periodo si dedicò anche alla scultura ed all’incisione.
Nel 1930 ricevette l’incarico di
decorare le pareti della Barnes Foundation (Philadelphia-USA) e più
avanti trascorse tre mesi a Tahiti.
Nel 1941 fu colpito da un tumore
all'intestino. Fu operato due volte, sfiorando la morte, e da allora
fu costretto a rimanere a letto per molte ore al giorno.
Morì il 3 novembre 1954 all'età di
ottantaquattro anni.
Il pensiero e le opere
Essendo Matisse il massimo esponente
del movimento Fauvista, la logica con cui egli dipinge le sue opere è
quella precedentemente descritta: il colore come strumento per
esprimere le emozioni. Egli tuttavia non ricorre ad una teoria del
colore, ma utilizza quest'ultimo in base alla sua sensibilità e
pertanto afferma che:”La mia scelta di colori non poggia su una
teoria scientifica; si basa sull'osservazione, sul sentimento, sulla
natura stessa di ogni esperienza ... Cerco semplicemente di trovare
un colore che si addica alle mie sensazioni”.1 La violenza delle
tinte è infatti il modo impiegato dall'artista per affermare se
stesso e la propria personalità. Ciò si può ben vedere nella sua
opera “Donna col Cappello” che fu esposta al Salon d'Automne del
1905.
Descritto come "una pentola di
colori rovesciata in faccia al pubblico" il quadro segna una
pietra miliare nell'uso simbolistico del colore: le pennellate verdi
sul volto della donna: sono colori decisamente anti-naturalistici, ma
che danno forza al volume del volto senza ricorrere a costruzioni
chiaroscurali.
L'opera è un ritratto della moglie
dell'artista, rappresentata mentre si volge verso lo spettatore. Gli
abiti alla moda e soprattutto il monumentale cappello, ornato da
frutti e fiori, offrono lo spunto per una composizione basata
sull'espressività del colore. I colori utilizzati sono quelli puri
(primari), ma anche quelli complementari, in particolare il giallo
unito al violetta, il rosso al verde e il blu all'arancione.
Con il tempo, la ricerca di Matisse si
indirizza verso l'ulteriore semplificazione delle forme,
l'essenzialità cromatica, l'uso di linee contrastanti e di linee
ritmiche ed ornamentali. È il caso dell'opera “Signora in verde
col garofano rosso”, dove l'elemento base è il colore verde che
appare non solo sullo sfondo, ma anche sul vestito della donna
ritratta a mezzo busto.
La donna è ritratta in modo serio: dal
suo volto non trapela nessuna particolare espressione e i suoi occhi
non esprimono un'emozione precisa perché, ciò che conta per il
pittore non sono i sentimenti della persona rappresentata, ma
l'espressività che gli altri riescono a percepire guardando l'opera.
L'espressività del dipinto è data dall'intera impostazione del
quadro che è ridotta ad una semplice linea che fa da contorno alla
donna, dall'equilibrio e dal contrasto delle tinte.
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