martedì 26 agosto 2014

Descrizione e analisi di alcuni quadri d'autore famosi

All'interno di questo paragrafo descriverò il pensiero e la vita di alcuni pittori famosi analizzando alcune loro opere per cercare analogie tra pittura infantile e pittura dei grandi pittori famosi.
Inizierò a spiegare H. Matisse, esponente delle corrente artistica del Fauvismo.

La vita

Henri Matisse nacque il 31 dicembre 1869 a Le Cateau-Cambrésis in Francia da una famiglia borghese.
Durante la sua giovinezza studiò nella sua città natale e successivamente a Parigi dove seguì corsi di giurisprudenza per il volere del padre.
Nel 1888, dopo aver ottenuto il diploma, ritornò in Francia per lavorare in uno studio legale.
Un anno dopo, nel 1889, Matisse si interessò alla pittura che inizialmente rappresentava per lui una sorta di passatempo poiché, in quel periodo, fu costretto a stare a letto a causa di una malattia che lo colpì. Con il passare degli anni comprese che la pittura era la sua vocazione e il suo vero talento, cominciò così a frequentare lezioni di disegno presso una scuola privata di Parigi, l'Ecole des Beaux-Arts e presso l'atelier di Gustave Moreau, ilmaggiore dei pittori simbolisti dell'epoca.
In quegli anni conobbe Albert Marquet, André Derain e Maurice de Vlaminck, dalla loro amicizia nacque il gruppo dei Fauves. La loro prima comparsa pubblica avvenne nel 1905 al Salon d’Automne.
Nel 1909 si trasferì in una grande casa ad Issy-les-Molineaux e da lì poté recarsi in Nord Africa, Spagna, Germania e Russia.
I viaggi, la produttività e la serenità di Matisse furono interrotti dalla Prima Guerra Mondiale. Durante quel periodo si dedicò anche alla scultura ed all’incisione.
Nel 1930 ricevette l’incarico di decorare le pareti della Barnes Foundation (Philadelphia-USA) e più avanti trascorse tre mesi a Tahiti.
Nel 1941 fu colpito da un tumore all'intestino. Fu operato due volte, sfiorando la morte, e da allora fu costretto a rimanere a letto per molte ore al giorno.
Morì il 3 novembre 1954 all'età di ottantaquattro anni.


Il pensiero e le opere

Essendo Matisse il massimo esponente del movimento Fauvista, la logica con cui egli dipinge le sue opere è quella precedentemente descritta: il colore come strumento per esprimere le emozioni. Egli tuttavia non ricorre ad una teoria del colore, ma utilizza quest'ultimo in base alla sua sensibilità e pertanto afferma che:”La mia scelta di colori non poggia su una teoria scientifica; si basa sull'osservazione, sul sentimento, sulla natura stessa di ogni esperienza ... Cerco semplicemente di trovare un colore che si addica alle mie sensazioni”.1 La violenza delle tinte è infatti il modo impiegato dall'artista per affermare se stesso e la propria personalità. Ciò si può ben vedere nella sua opera “Donna col Cappello” che fu esposta al Salon d'Automne del 1905.
Descritto come "una pentola di colori rovesciata in faccia al pubblico" il quadro segna una pietra miliare nell'uso simbolistico del colore: le pennellate verdi sul volto della donna: sono colori decisamente anti-naturalistici, ma che danno forza al volume del volto senza ricorrere a costruzioni chiaroscurali.

L'opera è un ritratto della moglie dell'artista, rappresentata mentre si volge verso lo spettatore. Gli abiti alla moda e soprattutto il monumentale cappello, ornato da frutti e fiori, offrono lo spunto per una composizione basata sull'espressività del colore. I colori utilizzati sono quelli puri (primari), ma anche quelli complementari, in particolare il giallo unito al violetta, il rosso al verde e il blu all'arancione.
Con il tempo, la ricerca di Matisse si indirizza verso l'ulteriore semplificazione delle forme, l'essenzialità cromatica, l'uso di linee contrastanti e di linee ritmiche ed ornamentali. È il caso dell'opera “Signora in verde col garofano rosso”, dove l'elemento base è il colore verde che appare non solo sullo sfondo, ma anche sul vestito della donna ritratta a mezzo busto.
La donna è ritratta in modo serio: dal suo volto non trapela nessuna particolare espressione e i suoi occhi non esprimono un'emozione precisa perché, ciò che conta per il pittore non sono i sentimenti della persona rappresentata, ma l'espressività che gli altri riescono a percepire guardando l'opera. L'espressività del dipinto è data dall'intera impostazione del quadro che è ridotta ad una semplice linea che fa da contorno alla donna, dall'equilibrio e dal contrasto delle tinte.

















Nessun commento:

Posta un commento