giovedì 14 agosto 2014

Il disegno nelle culture primitive

Per comprendere il linguaggio dell'arte infantile che si manifesta sotto forma di scarabocchio e disegno, bisogna ricercare le origini, cioè le radici di questa attività simbolica. Questo argomento relativo all'espressione artistica dei primati è stato affrontato da Morris e permette di vedere come nel primo periodo dello scarabocchio, il bambino si comporta esattamente come altri primati. Anche agli scimpanzé e ai gorilla piace infatti piace scarabocchiare e ciò è stato dimostrato da Morris in un suo esperimento con un scimpanzé maschio di nome Congo dell'età di un anno. Il suo esperimento si basa sull'osservazione di Congo e notò un suo particolare interesse per l'attività grafica che non era necessariamente collegata ad una ricompensa di cibo. Morris definì così l'attività grafica come una “azione autoremunitaria”, in cui la produzione dell'opera è già di per se una ricompensa.
Dunque, “i primati che disegnano hanno in comune con il bambino il piacere provocato dal rapporto tra atto motorio e fatto visivo, piacere che è indipendente da qualsiasi tipo di ricompensa esterna”.
Le radici di questa attività grafica, si possono riscontrare non solo negli animali quali scimpanzé, ma anche nell'Homo Sapiens che, attraverso dipinti e segni realizzati sui muri delle caverne, lascia una propria testimonianza e narra gli avvenimenti del suo tempo. Si afferma quindi “l'esistenza di un periodo iniziale prolungato, grezzo e rudimentale, analogo ai primi anni dell'infanzia, in cui predominano schemi semplici e cosiddetti imperfetti, presunti indicatori dello stato mentale dell'uomo”.
I dipinti che predominano nelle caverne e che risalgono a 40.000 mila anni fa, raffigurano grandi animali selvatici quali cavalli, mammut, bisonti, rinoceronti, leoni, orsi, renne e stambecchi che vengono disegnati attraverso l'utilizzo di forme e modelli semplici che definiscono globalmente l'animale rappresentato. Questa è una prima analogia tra uomini primitivi e bambini poiché, anche quest'ultimi, nei loro disegni ricorrono all'uso del modello che sta al posto dell'intera immagini che vogliono rappresentare. Inoltre i primitivi, proprio come i bambini, disegnano ciò che vedono senza operare deformazioni ma, limitandosi a riprodurre un oggetto così come essi lo percepiscono. Proprio per questo motivo i disegni dei bambini cosi come quegli degli uomini primitivi, appaiono più originali e autentici in quanto, non corrotti o contaminati da una visione distorta della realtà.
Una considerazione del disegno infantile come percezione visiva è stata manifestata da Rudolf Arnheim nella sua opera “Arte e percezione visiva” e descritta nel libro di Golomb “L'arte dei bambini”. Dire che il disegno infantile è percezione visiva, significa dire che il bambino, mentre disegna non copia o replica elementi della realtà esterna, ma si inventa delle forme o segni come cechi, linee, quadrati che siano equivalenti con l'oggetto e che quindi lo sappiano rappresentare. Secondo Arnheim infatti “ gli artisti non aspirano a una corrispondenza univoca tra elementi, né vogliono copiare una scena [] l'arte pittorica si basa sull'invenzione di forme equivalenti all'oggetto che possono stare al suo posto”.
L'arte quindi può essere considerata una abilità artistica che dipende solo ed esclusivamente da fattori ambientali? Sulla base di quanto appena detto si. Essa infatti nasce fin dall'origine con i popoli primitivi e si è sviluppata poi di generazione in generazione partendo da forme più semplici come linee o cerchi, per approdare poi a forme più complesse come il disegno della figura umana. Tuttavia anche i fattori innati sembrano essere di particolare importanza per lo sviluppo del disegno in età adulta. Se questa esperienza viene sollecitata fin dai primi anni di vita del bambino, gli viene permesso di affinare sempre di più la sua capacità espressiva; per contro,non favorendo lo sviluppo della creatività, può accadere che il bambino, una volta diventato adulto, disegnando realizzi figure corrispondenti agli stadi iniziali del disegno nel bambino. Ciò è stato dimostrato da uno studio relativo ai disegni di un gruppo di adulti cresciuti in ambienti rurali della Turchia che non avevano fatto nessuna esperienza grafica e con scarsa esposizione a figure ed immagini grafiche. Questi disegni consistevano nella realizzazione di figure umane e, le quali vennero rappresentate con molta ingenuità e ricorrendo a impostazioni schematiche tipiche dei bambini nelle loro prime fasi di sviluppo del disegno.

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